Il gioco del treno

Quando la ferrovia scese in campo

ANCHE CHI NON LO SEGUE sa bene che il calcio, quello che si dà a un pallone, è oggi un fenomeno di proporzioni planetarie: non è infatti rimasto alcun luogo sulla Terra dove non esista curiosità, anche distratta, per le sue vicende e tutti ne conoscono le regole di base, che sono uguali su ogni campo, campetto e stadio del mondo. Ma come e quando si è venuta a generare questa enorme popolarità?

per gentile concessione di the18.com

Il costume di calciare e correre per diletto dietro a un oggetto più o meno rotondo è antichissimo e viene rivendicato da diverse culture del mondo, anche molto lontane tra loro. Tuttavia oggi accettiamo per convenzione che l’anno di nascita del calcio contemporaneo sia il 1863, quando nel Regno Unito si decise di fondare la locale Football Association. Ma se il gioco è vecchio di migliaia d’anni, perché dunque si arriva a codificarlo solo nel diciannovesimo secolo in Inghilterra? Guardiamo indietro al tardo ‘600: gli alunni delle tante scuole superiori di quello che sarà più avanti il Regno Unito praticavano delle forme già più o meno organizzate di uno sport chiamato football. Era però all’epoca una attività sparpagliata e raccogliticcia, e ogni college giocava con le sue, di regole: a Rugby si correva ball in hand, a Eton c’era il dribbling game, e in alcuni campi era addirittura permesso calciare l’avversario sugli stinchi! Omologarsi non era affatto sentito come necessario, in fondo a che sarebbe servito? Gli incontri tra scuole erano estremamente infrequenti: spostarsi da una città all’altra voleva dire affrontare viaggi lunghi, costosi, scomodi e spesso anche pericolosi. Basti dire che nel 1750, già dunque dopo la rivoluzione dei Turnpike Trustees e dell’espansione e ammodernamento della rete stradale inglese, farsi da Londra a Oxford e ritorno richiedeva quattro giorni. Altro che Erasmus!

per gentile concessione di www.nationalfootballmuseum.com

Negli anni tra la fine del diciottesimo secolo e l’inizio del diciannovesimo lo sviluppo della borghesia a seguito della rivoluzione industriale fece nel frattempo moltiplicare gli iscritti alle scuole. Lo sport, inteso come attività fisica e impegno atletico, fu assai incoraggiato, anche come viatico per mantenere la disciplina; la popolarità del calcio assunse così proporzioni rilevanti, ma era ancora sparpagliata e campanilistica.

Tutto cambiò, improvvisamente, dopo il 1830, quando tra Liverpool e Manchester entrò in servizio il primo treno a vapore che collegava due città. Adesso sì che tra scuole lontane ci si poteva incontrare, e sfidare.

L’espansione della rete ferroviaria nel Regno Unito fu subitanea e massiccia, e la gente scoprì ben presto la possibilità concreta di spostarsi tra luoghi fino ad allora di fatto remoti. Le squadre di calcio non fecero eccezione, e nelle loro prime, informali trasferte non di rado venivano accompagnate dai primissimi sostenitori. Tutti in treno, proprio come si vedrà avvenire cento anni dopo con i convogli in servizio esclusivo per i tifosi.

per gentile concessione di www.nationalarchives.gov.uk

Fu dunque la diffusione capillare delle ferrovie a rendere necessaria la stesura di regole del gioco del calcio comuni per tutti, cosa tuttavia facile solo a dirsi, perché da Marlborough volevano veder applicato un qualcosa chiamato crewing, ad Harrow pretendevano di giocare con una palla quasi lenticolare, e dio solo ricorda che cosa fossero i worms nelle norme proposte da Winchester. Ma eravamo all’alba dell’era Vittoriana, c’era ottimismo e fiducia nel futuro, il buon senso finì col prevalere e il gioco che a Shrewsbury chiamavano douling fece da base per le regole che l’Università di Cambridge redasse nel 1848 e che arrivarono, in un imprecisato giorno di ottobre appunto del 1863, sul tavolo di una taverna di Londra per essere discusse come regole universali del gioco, e che ritroviamo in gran parte in quelle attuali. Le regole uniche permisero al calcio contemporaneo di essere esportato in tutto il mondo, e anche negli altri paesi le squadre cominciarono a viaggiare da città a città, naturalmente per ferrovia. Il resto lo sappiamo.

Chissà tuttavia se oggi, tra le tante anime felici che festeggiano per un gol, c’è ancora chi dentro di sé rivolge un ringraziamento al treno, che con la sua corsa ha reso possibile il gioire dei mille e mille e mille amanti dello sport più popolare del mondo.

per gentile concessione di Paula Hayward on Pinterest

© 2023 La Rivista della ferrovia
Testata iscritta nel Registro degli Operatori di Comunicazione con il numero 39989.
Sono vietate la copia, la riproduzione e la ridistribuzione anche parziali dei contenuti di questa pagina senza espressa autorizzazione della redazione.

Lascia un commento

Your email address will not be published.