In copertina: treno Intercity sul viadotto di Monzuno-Vado il 25 agosto 1997. Foto Romano Mölter, archivio ACME.
Di Romano Mölter
Se le livree del materiale motore delle Ferrovie dello Stato hanno subito raramente modifiche e cambiamenti radicali, perlomeno fino all’avvento dell’era corporate XMPR, nel corso delle loro lunghe carriere le carrozze viaggiatori sono state invece oggetto più volte di ricoloriture, estese a tutto il parco oppure limitate a specifici gruppi. Facciamone qui un forzatamente breve riepilogo storico.
Nel 1905, anno della loro costituzione, le FS ripresero lo schema di coloritura delle carrozze della Rete Adriatica, che prevedeva la cassa verniciata in un colore denominato “Verde vagone” mentre il telaio e le ferramenta erano in nero. L’altra grande compagnia che aveva concorso all’unificazione, la Rete Mediterranea, aveva invece adottato il “Morello indiano”, un colore simile al cuoio, ereditato a sua volta dalla SFAI, la rete ferroviaria dell’Alta Italia.
Il Verde vagone durò sino al 1935, quando le FS decisero di virare sul marrone con il noto schema bicolore “Castano-Isabella”. Questo verrà poi semplificato nel 1960 abolendo la fascia Isabella sui finestrini, e le carrozze divennero quindi interamente Castano, anche se solo per pochi anni: nel 1964 infatti si passò al “Grigio ardesia”, un colore unificato che a prima vista sembrava donare un aspetto tetro e poco accattivante ai convogli; aveva però il pregio di non far notare troppo lo sporco, cosa non da poco perché all’epoca le carrozze, specie quelle di minor prestigio, non è che venissero lavate molto spesso.
Negli anni settanta, dopo l’esordio della bella livrea rossa e crema esclusiva per il materiale TEE, vi fu un primo tentativo di ravvivare il Grigio ardesia aggiungendovi una grande fascia color avorio sui finestrini, resa ancora più elegante da due filetti rossi: era la livrea “Bandiera FS”, applicata sulle modernissime, per l’epoca, carrozze “Gran Confort”. Poco dopo, infine, fu la volta dell’arancio con banda avorio detto “Eurofima” tipica delle carrozze di tipo UIC-Z di prima fornitura.
Si arriva al principio degli anni ottanta per assistere ad una vera e propria esplosione di colori, iniziata nel 1979 con la livrea “Navetta”, beige con fasce arancio e viola delle carrozze DP ed MDVC, ed estesa poi progressivamente anche a tutte le PR. Le carrozze MDVE ricevettero invece una livrea dedicata, nei colori “Rosso fuoco” e “Grigio polvere”.
Sulle carrozze a lunga percorrenza si passò invece alla livrea in “Rosso fegato” e “Grigio beige”, applicata sulle UIC-X ed UIC-Y. Una versione semplificata con sole due fasce di colore rosso fu adottata inoltre per una cospicua parte delle carrozze degli anni 50, nel dettaglio quelle ricostruite e quelle dotate dall’origine di finestrini semiapribili tipo Klein come le tipo 1957 e 1959. In quegli anni una nuova fornitura di carrozze UIC-Z adottò inizialmente per la seconda classe una variante della Bandiera FS, con in questo caso, i filetti blu anziché rossi; con la consegna pochi anni dopo di altre unità di prima classe si inaugurò invece la livrea a due toni di grigio con filetti gialli, estesa in seguito a tutte le carrozze della stessa famiglia. In quegli anni colorati persino i mezzi di servizio abbandonarono il loro classico “Grigio cenere” a favore di una più appariscente veste in giallo e blu. Il momento di successo delle livree sgargianti dura formalmente sino al 1995, anno di nascita dell’unificazione delle livree per mano dello studio XMPR. Basata su un grigio biancastro con fasce verdi e blu, è questa volta estesa anche a tutto il materiale motore, e ci ha accompagnato per oltre vent’anni, sino al 2017, sia pur con qualche eccezione.
Ora, questa è la teoria, spesso presa alla lettera – o meglio al minuto – in particolar modo dai modellisti ferroviari. Le date di nascita delle nuove livree, come è facile invece convenire dopo averci riflettuto, non sono degli sbarramenti assoluti tra un’era e l’altra: possiamo forse supporre che nel giorno del 1935 che vide firmato il provvedimento del cambio da verde a castano-isabella le FS abbiano ridipinto in una sola notte tutte le carrozze del parco? E l’XMPR, non l’abbiamo visto forse in composizione assieme ai diversi colori delle ere precedenti? Le transizioni sono durate spesso anche anni, ed è ora di scriverlo a chiare lettere.
Partiamo appunto dal castano-isabella, che come detto viene ufficializzato nel 1935 ed applicato da subito alle carrozze di nuova costruzione. Però nel 1937 le prime ABCz 61.000 vennero consegnate ancora in verde vagone… come mai? A causa probabilmente dei rallentamenti causati dall’autarchia dell’epoca, l’allestimento delle carrozze fu molto lungo; le istruzioni di coloritura erano però ancora quelle del 1934, anno dell’ordinazione, istruzioni che prevedevano appunto il verde. È verosmile che la burocrazia non abbia permesso al costruttore di venire aggiornato sui cambiamenti di stile decisi dalla direzione delle FS e, una volta fatto l’approvvigionamento della vernice, come da progetto applicò quella verde. In quel periodo di austerità, poi, non si riverniciava certo una carrozza appena consegnata solo perché la livrea non era quella corrente…
L’ultimo Verde vagone lo si avvista addirittura alla fine degli anni 50, come testimoniano diverse foto di carrozze a cassa in legno in procinto di radiazione, per le quali non erano più previste grandi riparazioni e dunque nuove coloriture.
Nel 1960 viene abolita la fascia Isabella, generando così la breve era del “tutto Castano”; applicata dapprima sul materiale di nuova costruzione, ossia le tipo 1959 e le belle UIC-Y, ed esteso successivamente al resto del parco in occasione delle riparazioni cicliche. Già però nel 1964, dopo qualche esperimento, si decide di verniciare le nuove carrozze UIC-X nel nuovo Grigio ardesia. Dal momento della loro consegna nel 1966 le UIC-X saranno testimoni sui nostri binari della lunga coesistenza di ben tre livree diverse, visto che l’ultima carrozza in castano-isabella circolava ancora nel 1972, almeno per quanto è noto oggi. La livrea tutto Castano è stata quindi quella d’ordinanza soltanto per pochissimi anni; vedere un treno interamente composto da vetture di quei colori deve essere stato un evento più unico che raro; paradossalmente, vedere nello stesso treno il Castano-Isabella ed il Grigio ardesia, colori che oggi molti credono completamente incompatibili, era un evento assai più possibile.
A complicare le cose per gli appassonati ci si mettono poi le carrozze del famoso “Treno Azzurro” Milano-Napoli, con la loro livrea dedicata, apparsa nel 1957: queste carrozze, scelte tra le migliori della generazione degli anni ’50, furono sostituite per questo servizio dalle nuove UIC-X nel 1967 e tornarono a disposizione per gli altri servizi nazionali, senza però perdere la veste in blu e celeste. Come del resto molte carrozze in castano, anche diverse carrozze ex Treno azzurro riuscirono a vedersi applicato il logo FS “a televisore”, caratteristico dell’era del Grigio ardesia, e, in alcuni casi, anche la marcatura unificata. Nel 1971 arrivano le carrozze TEE con nei loro splendidi rosso e crema, mantenuti sino al 1990; è poi la volta delle Gran Confort, consegnate a partire dal 1973 nei colori Bandiera FS ed abbandonati soltanto per l’avvento dell’XMPR, con le ultime unità in livrea originale in circolazione almeno fino al 2002.
Le UIC-Z Eurofima arancioni entrarono in servizio a partire dal 1977; alcune di esse dalla fine degli anni 80 ricevettero la livrea a due toni di grigio, ma la maggioranza passò dall’arancio direttamente alla livrea XMPR, ed anche qui le ultime arancioni arrivarono almeno sino al 2000, almeno una addirittura ancora col logo a televisore. Allo stesso modo le UIC-Z degli anni 80, che per la seconda classe rivestivano inizialmente la livrea Bandiera FS modificata con i filetti blu, con l’arrivo delle carrozze di prima classe della seconda fornitura, passarono in parte alla nuova livrea in due toni di grigio con filetti gialli. Entrambe le livree arriveranno a scomparire completamente solo dopo il 2002.
Il Grigio ardesia invece resistette all’avanzata dei nuovi colori perché questi non furono mai estesi alle carrozze precedenti le Tipo 1957, con l’eccezione delle unità ricostruite. Pertanto, le ultime “Corbellini” arrivarono al 1991 ancora in grigio, alcune UIC-X al 1999, e dei bagagliai degli anni sessanta addirittura al 2002, quindi già in piena epoca XMPR, come testimoniato dalle foto qui di seguito.
Nel campo delle carrozze navetta le ultime PR in Grigio ardesia arrivano al 1989, mentre le variopinte livree navetta arriveranno anch’esse almeno sino al 2002. Dal 2003 circa le carrozze non ancora XMPR diventano una vera rarità, anche perché spesso si tratta di unità ormai accantonate, rese irriconoscibili dai purtroppo soliti graffiti, grande piaga apparsa proprio poco prima dell’avvento della livrea XMPR stessa.
Il noioso ventennio XMPR vede affacciarsi diverse altre livree parallele, di più o meno breve durata: Cisalpino, Artesia, ESCI, Frecciabianca, Vivalto, Thello, solo per citarne alcune, destinate a decorare i treni di più recente istituzione; a livello regionale alcuni treni ricevettero poi livree dedicate, come il “Leonardo Express” a Roma o il Regionale Veloce Milano-Torino “Mi-To” al Nord. In Lombardia, con la creazione di Trenord, i mezzi del trasporto regionale vestono dal 2011 in poi una propria livrea, che nei treni di materiale ordinario si vede però spesso mischiata a carrozze in XMPR.
La fine dell’era XMPR avviene ufficialmente nel 2017, per lasciare il passo alla nuova livrea “Regionale” sperimentata con gli elettrotreni “Jazz”. Ma ce l’abbiamo sotto gli occhi tuttora, e per chissà quanto altro tempo…
Questa breve rassegna aveva per scopo di illustrare come le date ufficiali di cambio livrea delle FS non sono state altro che l’inizio di trasformazioni durate anche un decennio. Fa eccezione la conversione totale in XMPR, risultata più rapida per via del ricorso alla pellicolatura delle carrozze in luogo della più complessa e onerosa riverniciatura. La pellicola, soluzione senz’altro più veloce ma non sempre preceduta da un adeguato trattamento della superficie sottostante, la quale scollandosi con gli anni ha spesso fatto venire alla luce le livree originarie che copriva.
Pensiamoci, soprattutto quando facciamo le composizioni dei treni nel modellismo: quanto abbiamo aspettato, per esempio, per vedere finalmente dal vero una composizione di carrozze UIC-X Rosso fegato tutta uniforme? Quando poi finalmente ci è apparsa, le tonalità dei colori non erano quasi mai uguali da carrozza a carrozza, e ciò vale per tutte le epoche e livree. Ma questo sarà il tema di un altro articolo, prossimamente.
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