C’era una Volt

FSE ETR 322 011 a Mungivacca il 18 novembre 2023. Foto archivio ACME.

LA FERROVIA, come tante altre opere dell’ingegno umano, parla di sè anche attraverso i numeri. Quelli che indicano la data del 30 ottobre 2023 saranno ricordati a lungo dal gran numero dei pendolari pugliesi, trattandosi del giorno di attivazione della trazione elettrica sulla linea FSE Bari-Taranto, sebbene al momento limitata alla tratta tra Putignano e Martina Franca. Queste liete cifre dell’oggi non bastano però a tracciare le vicende di questa linea; di numeri ne servono molti altri per raccontare in dettaglio, non senza inclememenza, sviluppi ed evoluzioni.
Partiamo, insieme alle date, con le lunghezze: i lavori per elettrificare i 34 km della Putignano – Martina e della Martina – Taranto di altri 35 erano cominciati nel 2011, con un impegno di mezzi senza precedenti per una linea secondaria, perlomeno fino a quel tempo. Per non intralciare la circolazione estiva, invero non particolarmente intensa al tempo, l’attrezzaggio della catenaria fu portato avanti di notte, arrivando infine a tesarla nel corso del 2014. Si prevedeva di mettere la linea sotto tensione in tempi brevi anche se c’era – e c’è ancora – da chiedersi che fretta ci fosse, perché a quel tempo le FSE non possedevano alcun mezzo elettrico per effettuare i collaudi. Fatto sta che aspettando la 3000 V – altro numero che conta, nella ferrovia nostrana – la linea aerea non in tensione funse da richiamo del sangue per i ladri di rame, e così oltre 40 km di cavo furono tagliati, smantellati e portati via in tutta tranquillità dai soliti ignoti. Numeri, ma anche colori: sulla tratta a sud di Martina Franca, quasi a confermare lo spirito disordinato della gestione della compagnia all’epoca, si provvedette in grande urgenza a dipingere con una apposita vernice verde la palificazione, allo scopo di farla integrare meglio con l’habitat del bosco degli Orimini, attraversato dal treno prima di raggiungere la stazione di Crispiano. La buona notizia è che oggi i pali sono ancora verdi, quella meno buona è che dell’elettrificazione non si sa niente.

Linea FSE all’uscita da Martina Franca il 19 gennaio 2014. In lontananza Locorotondo. Foto Francesco Comaianni – archivio ACME.

Ancora numeri: è storia di questi giorni la richiesta di condanna severissima – 12 anni all’ex amministratore Luigi Fiorillo – da parte della procura barese della Repubblica per il gigantesco buco lasciato nei conti delle FSE; negli anni tra il 2011 e il 2015 si sarebbero volatilizzati 230 milioni di euro, nel migliore dei casi spesi in lavori lasciati poi appunto a metà. Il dissesto fece sì che le FS, nell’agosto del 2016, prendessero il controllo della seconda più grande rete ferroviaria in concessione d’Italia. Nelle more del riordino dei suoi malandati assetti, però, la ripresa e il completamento dell’elettrificazione di una sua importante linea non erano apparse tra le priorità. Si sono dovuti aspettare ancora sei anni per vedere alfine, nel 2022, La Putignano – Martina Franca finalmente sotto tensione, benché non operativa. Purtroppo però, nel solco delle disfunzionalità del passato, il servizio ferroviario era stato intanto fortemente ridimensionato, con molti treni soppressi e sostituiti da autobus, situazione ancora dell’oggi. Le ricadute sui viaggiatori erano evidenti, al punto che nei momenti di maggiore traffico l’offerta dei posti in autolinea – del tutto inadeguata alla reale frequentazione – poteva vedere lasciati a terra ogni giorno in media 15-20 viaggiatori, beninteso dotati di biglietto, in particolare da Alberobello in direzione di Bari.

FSE ETR 322 003 a Bari  il 21 febbraio 2020. Foto Francesco Comaianni – archivio ACME.

Che oggi da Putignano a Martina Franca sia stata attivata l’elettrificazione e che ci viaggino da questo mese finalmente dei treni non può che essere considerata una ottima notizia. Va detto tuttavia che i benefici in termini di orario sono oggi ancora difficili da trovare. In questo senso è curioso che non si sia sfruttata l’occasione per attivare da subito un servizio cadenzato, se non magari metropolitano, che colleghi il grande polo di interesse turistico della valle d’Itria a Bari Centrale. Con i copiosi investimenti fatti in questi anni per migliorare il tracciato – ricordiamo che tra l’altro è stato sostituito completamente l’armamento – si sarebbe potuto arrivare a tempi di viaggio di un’ora, ragionevolissimi nella prospettiva del viaggiatore. Irragionevolmente invece oggi si deve addirittura cambiare treno a Putignano, subendo enormi scomodità per percorrere una linea di soli 72 chilometri.
Ma se da Bari a Martina Franca, pur zoppicando, qualche treno elettrico oggi ci è infine arrivato, da lì in poi verso Taranto l’elettrificazione è invece totalmente da rifare, appunto dopo i vandalismi degli anni passati. E qui veniamo a chiederci se si è ancora lontani dal giorno nel quale i turisti e i pendolari pugliesi, con il loro grande numero, potranno finalmente non essere considerati soltanto dei numeri.

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